Un progetto ambizioso sul quale si è lavorato per anni: “Le sezioni – spiegano infatti alle De Agostini – approfondiscono diversi argomenti: si va dagli schedari sui principali artisti italiani operanti tra il 1950 e il 2019 (con relativi apparati fotografici) a una selezione delle più significative Gallerie d’arte italiane; dalle “Conversazioni” con le più illustri personalità del collezionismo, dell’arte, dell’architettura fino all’analisi del sistema artistico, attraverso gli Indici di mercato (una parte, questa, suddivisa nei parametri di invenduti, estensione, fascia, plusvalenza e trend). Importante segnalare come i 160mila risultati battuti dalle opere nelle aste internazionali – espressi in valute come USD, GBP, CHF, JPY, HKD, RUB, CNY, BTC – siano stati convertiti in Euro generando, unitamente ai valori registrati dalle gallerie, la più ricca banca dati specifica per il periodo analizzato (1950/2019). Il testo, infatti, si inserisce nel quadro internazionale come unico strumento di “arteconomy” a disposizione, trattando, nei vari capitoli, i rapporti tra arte e finanza, collezionismo e mercati, sistema e industria”.